Vincent Willem van Gogh (Zundert-30 marzo 1853- 29 luglio 1890) fu autore di quasi novecento dipinti e di più di mille disegni, senza contare i numerosi schizzi non portati a termine,Tanto geniale quanto incompreso se non addirittura disprezzato in vita, Van Gogh influenzò profondamente l'arte del XX secolo; dopo aver trascorso molti anni soffrendo di frequenti disturbi mentali morì all'età di soli trentasette anni. Van Gogh si è tagliato l’orecchio nel dicembre 1888. Un anno e mezzo dopo si è tolto la vita con un colpo di pistola.
Per cosa è famoso Vincent Van Gogh?
Per essere uno dei pittori post-impressionisti più famosi di tutti i tempi. Per aver dipinto le sue emozioni, le sue nevrosi, il più delle volte evidenti dalla sua speciale tecnica pittorica: spremere direttamente il tubetto di colore sulla tavola, senza diluirlo, evitando di utilizzare il disegno come mezzo preparatorio.
I Girasoli sono fra i capolavori dipinti dal maestro, sono delle magnifiche opere, tra le più celebri e amate dal pubblico di oggi. Il valore simbolico che egli attribuiva a questi fiori è dimostrato dal fatto che li dipinse appositamente per decorare la stanza degli ospiti ad Arles. Infatti, si era trasferito nel sud della Francia e sperava di accogliere qui i suoi amici parigini. Paul Gauguin andò effettivamente a trovarlo, ma Van Gogh non era un uomo facile con cui vivere e i due finirono per litigare. In realtà, neanche Gauguin era una persona semplice di carattere. Quando ripartì, Van Gogh si taglio un orecchio, ma ció non toglie che i girasoli rappresentassero per lui valori quali : l’accoglienza, l’ospitalità, l’amicizia e la solarità, ma non solo…
Iniziò a disegnare da bambino nonostante le continue pressioni del padre, pastore protestante che continuò ad impartirgli delle norme severe; continuò comunque a disegnare finché non decise di diventare un pittore vero e proprio. Iniziò a dipingere tardi, all'età di ventisette anni, realizzando molte delle sue opere più note nel corso degli ultimi due anni di vita. I suoi soggetti consistevano in autoritratti, paesaggi, nature morte di fiori, dipinti con cipressi, rappresentazione di campi di grano e girasoli.
Come definiamo lo stile di Van Gogh?
La difficoltà d’inserimento di un pittore profondamente solitario e ribelle come lui, in un movimento o in una corrente, è senz’altro palese, ma dalla sua pittura è facile individuare quegli elementi oggettivi – al di là di ogni sua dichiarazione di poetica – che permettono, attraverso il suo stile più maturo, di definirlo come pittore “post-impressionista di tendenza espressionista”. Una classificazione che somiglia maggiormente a una diagnosi medica che a una catalogazione di storia dell’arte. Ma esistono artisti che sono punti di snodo e per i quali l’inserimento nell’ambito di una tabella classificatoria richiede più elementi di specificazione. Sostanzialmente Van Gogh, guardò agli impressionisti con interesse soltanto per la loro tavolozza luminosa. Era il colore a sedurlo, mentre non amava la maniera sommaria e poco disegnativa di quegli artisti. Egli veniva da una pittura tenebrosa, ancorata ai valori del passato; era un disegnatore abile e riteneva il disegno fondamentale. a differenza degli impressionisti; ma la scoperta che compì a Parigi fu notevole sotto il profilo cromatico. Parigi, diffondeva tavolozze chiare, ricche di quella luce del paesaggio che era mancata nei dipinti precedenti di Van Gogh. In qualche opera, pertanto Van Gogh si adegua al nuovo stile, lo interpreta a proprio modo. E’ in questi casi che egli somiglia di più agli impressionisti. Un periodo breve, transitorio, eppur fondamentale, poichè la tavolozza diviene sempre più chiara, sino a cogliere, dopo il trasferimento in Provenza, il sole e la luce del Sud. Sotto il profilo della genetica della pittura egli deve molto all’impressionismo, pur non riconoscendosi in esso. Egli tende però a marcare un punto di vista molto soggettivo; forza e piega la realtà al proprio desiderio espressivo. Egli “sente”. Non “vede” soltanto. I suoi paesaggi e i suoi ritratti, a differenza di quelli degli impressionisti, non ha nulla di pienamente realistico.Fu, come dicevamo, il colore ad avvicinarlo agli impressionisti, ma più come osservatore esterno che come compagno di strada, anche nel momento in cui – e parliamo del periodo parigino – riecheggia nelle sue opere la visione di Pissarro o di Monet o di Sisley, che sembra di intravedere nel cielo del dipinto qui sotto. E’ un errore definire Van Gogh come impressionista? Fondamentalmente sì, anche se non è un errore da matita rossa. Ci si può salvare dicendo che qualche dipinto è molto vicino al mondo impressionista. Ma dipinti di questo tipo sono pochi. E’ stata un’aderenza fondamentale, anche se transitoria e non tale da inserire l’artista in quel gruppo.
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L’arrivo in Francia comportò la scelta di colori molto intensi, più intensi di quelli degli stessi impressionisti. L’intensità cromatica – per certi aspetti violentemente anti-naturalista. Fu un post-impressionista, cioè un artista che tenne conto, superandoli, di alcuni aspetti dell’impressionismo, collocandosi più in là. I suoi dipinti, a differenza della maggior parte delle opere degli impressionisti, non colgono l’istante transitorio della realtà. Van Gogh è poi molto fedele alla struttura del disegno, a differenza degli impressionisti che, tendenzialmente, evitano le linee conchiuse. Non procede sulla tela con macchie, ma attraverso un tratteggio compiuto con il pennello. Mentre gli impressionisti evitavano, normalmente, il disegno preparatorio, limitandosi, in alcuni casi, a creare solo poche linee di ingombro, Van Gogh dovette discostarsi progressivamente dalla matrice disegnativa, che è fortemente presente nelle prime opere, egli però si trovò a produrre quadri utilizzando il pennello come una matita, con interventi chiaroscurali o linee direzionali, segmenti al tratteggio, dati a olio.Nel primo Novecento la malattia di Vincent van Gogh è stata indagata dal filosofo e psichiatra tedesco Karl Jasper, che nella sua patografia del 1922 Genio e Follia ha ipotizzato che i disturbi mentali di Van Gogh (secondo il suo parere una forma di schizofrenia) possano aver in qualche modo facilitato la sua evoluzione artistica, favorendo il distacco dai canoni dell’impressionismo, ed esasperando la sua ricerca innovativa di autenticità e semplicità, spinta quasi a pretendere che le cose dipinte diventassero vive.
Campo di grano con volo di corvi-Van Gogh.